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IL MADE IN ITALY CHE VINCE: settori trainanti dell’export italiano

La capacità delle imprese italiane di giocare un ruolo importante sui mercati internazionali rappresenta una chiave di volta per la ripresa della nostra economia. Nonostante l’aumento delle tensioni a livello geopolitico e i rischi finanziari legati all’aumento del debito nei Paesi emergenti, l’export italiano negli ultimi anni sta cercando di reagire. I tassi di crescita dell’economia globale non sono più quelli precedenti alla crisi (in media più bassi di 2–3 punti percentuali), ciò però non ha spaventato le aziende italiane. Le opportunità a livello globale restano, bisogna solo afferrarle con maggiore aggressività e con maggiori sforzi rispetto al passato.

Le esportazioni nel secondo trimestre 2016 vedono un aumento del 2,4% rispetto al trimestre precedente. Solo a giugno si registra un lieve calo del -0,4%. Ciò è dovuto a una leggera riduzione delle esportazioni nei mercati Ue (-0,9%) congiunta ad un aumento di quelle verso i paesi extra Ue (+0,3%). I beni di consumo (-1,3%) e i beni intermedi (-1,2%) sono in diminuzione, mentre i prodotti energetici (+4,7%) e i beni strumentali (+0,8%) risultano in crescita. Nel primo semestre l’avanzo commerciale ha raggiunto quota 23,3 miliardi. I dati Eurostat indicano che nei primi 6 mesi dell’anno le esportazioni italiane sono cresciute rispetto all’anno precedente. (Fonte: ISTAT)

 

COMPOSIZIONE DELL’EXPORT ITALIANO

Il brand MADE IN ITALY è percepito in alcuni settori maggiormente che in altri. Trai settori trainanti del nostro export troviamo:

–          la meccanica strumentale

–          l’agroalimentare

–          la moda

Da uno studio effettuato da SACE emerge che i beni di investimento giocano un ruolo chiave per l’export italiano. Rappresentano infatti il 40% delle nostre vendite all’estero. Questi sono rappresentati dai macchinari, mezzi di trasporto, apparecchiature elettriche, apparecchi medicali etc.

Tra i settori che regalano grandi soddisfazioni all’estero, dobbiamo evidenziare la performance del comparto agroalimentare, cresciuto nel 2015 del 7,5% e tuttora in crescita. I beni di consumo, che da sempre portano alto il nome del Belpaese, hanno visto già nel primo semestre del 2016 un incremento rispetto all’anno precedente. Hanno infatti segnato un ottimo +2,9% nel 2015 continuando la loro ascesa anche nei primi mesi 2016. Il trend positivo del tessile, dell’abbigliamento, dei gioielli, del design di mobili e dei i beni di lusso evidenzia la percezione di eccellenza di cui godono i beni di consumo Made in Italy nel mondo. Come possiamo notare dalla figura in basso, i beni intermedi sono quelli che seppur in crescita, lo fanno ad un ritmo più modesto. Tra questi ci saranno settori che cresceranno di più: chimica, gomma, plastica e altri meno (lavorazione dei metalli, raffinazione ed estrattiva) sui quali peserà il calo della domanda e una concorrenza elevata.

composizione export italiano

Composizione delle esportazioni italiane per raggruppamenti di beni.
(rapporto SACE 2016-2019)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MECCANICA STRUMENTALE

Le esportazioni mondiali di meccanica strumentale valgono 1.600 Miliardi di euro rappresentando il 21% del nostro export di beni. È come se l’Italia esportasse, per quasi un intero trimestre, solo questi prodotti. Come afferma SACE nel suo ultimo rapporto: “80 miliardi sono macchinari italiani, il 5% di tutti i macchinari – un peso ben superiore a quello della nostra economia, che vale l’1,5-2% del Pil globale”.

Il commercio estero di macchine strumentali vale 1/5 del nostro export rendendoci competitivi con economie solide come Stati Uniti, Giappone, Cina e Germania (nostro competitor di riferimento in quasi tutti i comparti).

Risultiamo essere molto bravi nella produzione ed esportazione di macchinari per il packaging, secondi solo alla Germania su scala internazionale, di macchine utensili (3° posto tra gli esportatori globali), di macchine per la lavorazione di gomma e plastica (3° posto) e di macchinari tessili (4° posto).

 

AGROALIMENTARE

Nel lungo periodo di crisi che l’Italia ha affrontato negli ultimi anni, l’export del settore alimentare ha tenuto a galla l’economia e il nome dell’Italia del mondo. Secondo dati ISTAT relativi al commercio estero del 2015, l’export del comparto agroalimentare made in Italy nel 2015 ha raggiunto 36,9 miliardi di euro di fatturato, mantenendo un trend positivo anche nel primo semestre del 2016. Il successo di questo settore deve tutto all’impatto positivo che esercita sui mercati esteri: il cibo italiano è sinonimo di gusto e qualità.

I prodotti sui quali puntare, in quanto hanno segnato una crescita costante negli ultimi anni, sono: olio d’oliva, pasta, ortofrutta, vini e spumanti. Questi ultimi hanno segnato dati da record nei primi mesi del 2016. Da un’analisi Coldiretti, le vendite dello spumante italiano all’estero fanno segnare un record storico nel 2016 con un balzo del +25%. Mai così tante bollicine italiane nel mondo.

MODA

Il settore tessile/abbigliamento riveste un ruolo chiave per l’export italiano: si tratta infatti del terzo settore manifatturiero. L’Italia è il terzo esportatore mondiale dopo Cina e Germania.

L’industria della moda, simbolo del Made in Italy nel mondo, crescerà dell’1,4% nel corso del 2016. È ciò che emerge da uno studio della CCIA di Milano e Promos che assegnano al comparto moda (abbigliamento, accessori e calzature) un valore di 48 Miliardi di Euro.

I maggiori partner esteri sono Francia e Germania ma anche mercati extra UE come Stati Uniti, Cina e Corea del Sud sono diventati cruciali per l’export della moda. In particolare nel 2015 sono aumentate le esportazioni di camicie, T-shirt, biancheria per la casa, biancheria intima e abbigliamento in pelliccia (+4%) e di tappeti e moquette, cuoio, articoli da viaggio e borse (+3%), calzature (+2%).

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